LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Fausto Torre
|
|||
mare increspato al venticello della stagione dolce quando ha perso gli spifferi puntuti, la sua parola azzurra fa scivolare lo sguardo come fosse fiamma disciolta nel mordente del sorriso e rallenta, sulle linee del suo viso semplice
sognare un blu madonna e farle posto senza curarsi del primo piede o della curva alla schiena dopo la parola
una ventiquattrore che impacchetta la città, un'altra cadenza di esistere tra le mani le gambe e una carta
le luci muoiono su erbe diverse, dove poseremo il seno di latte il vischio della sera che accorcia il fiato alle case, alle porte, alle finestre obliterate a giorni di ruggine rosso vivo
le bandusiae fontes sono ai tetti del mondo come sugli aeroplanini di plastica tattarattattà a sognare la sponda successiva, un punto, una sensazione, un fruscio, un drappo di lino che mormora nella semioscurità una libellula, un nome di libellula, un suono, una pulsazione, un'appendice, una cometa |
|